Présentation de l'éditeur :
Il cofanetto comprende le opere di Alessandro Manzoni "I promessi sposi" e "Storia della colonna infame". La "Storia della Colonna Infame", nata come parte integrante del "Fermo e Lucia" e poi estrapolata a costituire un'opera a sé stante, rievoca il processo a due innocenti, Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora, accusati di essere "untori" all'epoca della peste del 1630 e condannati a morte. Una vicenda solo apparentemente lontana nel tempo, poiché, come ha scritto l'autore, "la menzogna, l'abuso del potere, la violazion delle leggi e delle regole più note e ricevute, l'adoprar doppio peso e doppia misura... non furon pur troppo particolari a un'epoca". E proprio per questo la "Storia della Colonna Infame" continua a offrire motivi di inquietante riflessione sui rapporti tra potere, informazione e giustizia. Rivelando, ancora una volta, l'inesauribile modernità del Manzoni. Anche Alberto Moravia scrive a proposito dei "Promessi sposi": "Il romanzo del Manzoni riflette, infatti, un'Italia che, con alcune varianti non essenziali, potrebbe essere quella di oggi: la religione dei 'Promessi sposi' rassomiglia, per molti aspetti, a quella dell'Italia moderna; la società che vi è descritta non è tanto diversa dalla nostra; i vizi che vi sono condannati e le virtù che vi sono additate sono gli stessi vizi da cui siamo afflitti, le stesse virtù che si crede di doverci consigliare."
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La storia nota di un curato di campagna pauroso e vile che, minacciato dai bravi, si rifiuta di sposare due giovani, è il capolavoro della letteratura italiana del XIX secolo. Manzoni trova la forma e la lingua perfetta solo alla terza edizione (quella da noi conosciuta) a cui aggiunge l'inedita "Storia della colonna infame": vero finale del romanzo, narra dell'intentato processo contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale in seguito ad un'accusa infondata, ulteriore esempio di oppressione dei potenti nei confronti degli umili. "I promessi sposi", in questo senso, diventano affresco e sintesi della società italiana di ogni tempo: la prepotenza di Don Rodrigo, la bontà e l'ingenuità di Renzo, l'innocenza di Lucia, il coraggio di Padre Cristoforo. Ma soprattutto, come fece notare Eugenio Scalfari, Manzoni, con Don Abbondio, ci propone la perfetta figura dell'"italiano medio": un brav'uomo che fa quello che deve, ma a fare di più, se c'è da mettersi in mezzo, proprio non ci sta. Studiati, parodiati, usati come modello, "I promessi sposi" raccontano un'Italia che non è mai cambiata. Introduzione di Salvatore Silvano Nigro.
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