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In-8, 384 ff. non numerati, testo greco e latino a fronte. Edizione definitiva di testo fondamentale per la Riforma. La sua profonda conoscenza del greco e del latino, permise a Erasmo di confrontare versioni poco corrotte tratte da antichi manoscritti greci con quelle di comodo come la Vulgata, e dedusse che le Sacre Scritture dovessero essere tradotte in altre lingue parlate comunemente. Egli osò denunciare le colpe tanto della Chiesa Cattolica quanto di chi voleva riformarla, era a favore del rinnovamento interno di questa, nella convinzione che il cristianesimo dovesse rappresentare uno stile di vita, non una semplice osservanza di riti senza senso. Questo suscitò i sospetti della Chiesa nei suoi confronti quando i riformatori iniziarono a pretendere che venissero attuati cambiamenti a Roma. Nei suoi scritti Erasmo smascherò con la satira gli abusi, il lusso, le guerre degli ecclesiastici e le migliorie apportate alle edizioni del Nuovo Testamento in greco permisero di produrre traduzioni migliori in alcune lingue europee. Martin Lutero, William Tyndale, Antonio Brucioli e Francisco de Enzinas poterono dunque tradurre il testo in tedesco, inglese, italiano e spagnolo. Bella legatura coeva tedesca in pelle di scrofa con ricche impressioni a secco su entrambi i piatti: un'elaborata bordura che comprende due scene differenti di Giuditta che regge la testa di Oloferne, con tende o palazzi sullo sfondo . in basso le iscrizioni: "Sic pereant omnes inimici tui domine"e "Voluntatem timencium se faciet dominus". Antica firma al frontespizio. Molte sottolineature in rosso e note manoscritte. Ex Libris Biblioteca di C. E. Rava, grande collezionista e bibliografo, al contropiatto anteriore. Lungo il margine superiore un'interessante iscrizione, manoscritta coeva, per lo più erasa ma significativa: "D. Lutherus . infibida est . malitia", forse relativa all'opinione della versione ufficiale. In basso "Sum ex libris ." nome originale sovrascritto da "Johannis Loprini". Il verso bianco del titolo è interamente commentato da mano coeva su 29 linee: ""Obiectio. Effectus ratione temporibus nunquam antevertit causam.Passio fuit causa Salutis . Axioma quod loco maioribus ponetur verum e ni causis nec effectibus rationalibus. N. Testamentum nihil aliud est quam fadam eterniam sancitum morte filii dei". Alla pagina successiva lunga annotazioni dal commento di Eusebio nel llibro X dell'Historia Ecclesiastica e di Jo. Crisostomo sul capitolo IV di Matteo. Qualche altra chiosa nei margini successivi. Bell'esemplare, di notevole importanza filologica. .
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